Il governo tira dritto sull'articolo 18, e il ministro del Welfare, Elsa Fornero, assicura: "Nessuna marcia indietro". Bersani: "Il Parlamento cambi il testo"
© LaPresse
Dopo cinque ore e mezza il consiglio dei ministri ha varato il disegno di legge sulla riforma del lavoro. Il testo è stato approvato "salvo intese" che significa come il testo non sia ancora definitivo e che possa avere bisogno di ancora qualche modifica. Questo permetterà al premier di partire per la missione in Asia pur avendo già approvato la legge che passerà al Parlamento.
Monti: "Una riforma lungamente attesa"
"Si tratta di una riforma lungamente attesa dal Paese, fortemente auspicata dall'Europa, e per questo discussa con le Parti Sociali con l'intento di realizzare un mercato del lavoro dinamico, flessibile e inclusivo, capace cioè di contribuire alla crescita e alla creazione di occupazione di qualità, di stimolare lo sviluppo e la competitività delle imprese, oltre che di tutelare l'occupazione e l'occupabilità dei cittadini". E' quanto comunica palazzo Chigi.
Il governo chiude quindi la riforma del mercato del lavoro e tira dritto sull'articolo 18. "Nessuna marcia indietro", assicura il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Anche la Cgil non cambia la sua idea e conferma il no ad un provvedimento che rende solo "i licenziamenti più facili". Ariva anche il no dell'Ugl che insiste sulla possibilità di reintegro nei casi di licenziamento economico, tema sul quale anche la Cisl e la Uil hanno dubbi. Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, blinda invece la sua posizione contro "ogni ipotesi di indebolimento" in proposito.
Napolitano: "La riforma andava fatta"
Sulla riforma del mercato del lavoro "andremo alla discussione in Parlamento". E il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è "convinto che si arriverà a un risultato valido", e garantisce che "non ci sarà una valanga di licenziamenti". Il problema, spiega "è quello delle aziende che chiudono e dei lavoratori che rischiano il posto di lavoro, non per l'articolo 18 ma per il crollo delle attività produttive".
Appello di Schifani ai partiti: "Riforma entro l'estate"
E' importante che la riforma del lavoro si faccia in tempi ragionevoli, prima dell'estate. Lo sostiene il presidente del Senato, Renato Schifani. "Faccio appello - ha detto Schifani - ai segretari dei partiti politici che sostengono il governo ad impegnarsi affinchè il Parlamento sia messo in condizione di arrivare ad un esito definitivo prima dell'estate, per il pacchetto della riforma del lavoro. "La riforma del mercato del lavoro - ha aggiunto - è un appuntamento al quale il Paese non può mancare. Mi auguro, ovviamente, che si arrivi ad una ampia condivisione". Schifani ha ammesso che "l'iter è complicato", ma ha detto di confidare nel fatto che "il Parlamento possa contribuire a trovare elementi di sintesi". Fondamentale, però, che "tutto si faccia entro tempi ragionevoli, perché ci osservano i mercati, l'Europa. Abbiamo avviato con il governo Monti una serie di provvedimenti forti, di riforme strutturali, non possiamo nè dobbiamo fermarci".
Bersani: "Riforma da cambiare, sennò il Parlamento è inutile"
Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, invece, torna a chiedere modifiche al testo della riforma, soprattutto sul nodo del licenziamento per motivi economici, durante il passaggio parlamentare. "Sono sereno che sull'art.18 si vorrà ragionare, altrimenti chiudiamo il Parlamento e così i mercati si rassicurano".
Uilm: possibili azioni contro art.18
I metalmeccanici della Uil sono pronti a scendere i piazza contro la riforma del lavoro e le modifiche all'articolo 18 che sono definite "assolutamente inaccettabili". Nel mirino della Uilm, in particolare, le novità che prevedono il solo indennizzo per i licenziamenti per motivi economici. Per contrastare la riforma, comunica il numero uno di Uilm, Rocco Palombella, saranno "possibili" quindi iniziative unitarie con Fiom e Fim.